The Dead Don’t Hurt
PRIMA VISIONE
Giovedì 24 ottobre • ore 18:45 e 21:00
Venerdì 25 ottobre • ore 18:00
Sabato 26 ottobre • ore 18:30 e 21:00
Domenica 27 ottobre • ore 21:15
Regia di Viggo Mortensen. Con Vicky Krieps, Viggo Mortensen, Solly McLeod, Garret Dillahunt, W. Earl Brown. Genere Drammatico, – USA, 2023, durata 129 minuti.
The Dead Don’t Hurt-I morti non soffrono di Viggo Mortensen è un film poetico di altri tempi
Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e dedicato a sua madre Grace Gamble Atkinson, il suo western ha per protagonisti Holger Onsen, interpretato appunto da Mortensen, e Vivienne, a cui dà grazia e carisma Vicky Krieps, di cui vi abbiamo già consigliato su Wired Il corsetto dell’imperatrice. I due si conoscono per caso a un mercato del pesce e s’innamorano. Ma non aspettatevi un film lineare, Viggo Mortensen è abile nel mescolare i tempi e alternare di continuo un momento presente a un ricordo passato, in un flusso temporale fatto di memorie di infanzia e decisioni da adulti, traumi presenti e lezioni passate. Come quella che dà il titolo al film: il padre uccide un volatile e dice al figlio: “I morti non fanno male (originale: The Dead don’t hurt)”.
Il film si apre con un cavallo che arriva in una casa con Vivienne malata. Scopriamo che è la moglie dello sceriffo Olsen e sarà a breve sepolta da lui e dal figlio. Di nuovo soli padre e figlio contro tutti nella natura ostile come in The Road. Ululano insieme per scacciare i lupi e i ricordi che fanno troppo male. Tra sparatorie, impiccagioni e villain da saloon partono i flashback che raccontano chi sia Vivienne, una donna indipendente che da bambina vide il padre partire e non tornare: “Voglio combattere come papà e Giovanna D’Arco”. Da adulta scarica un pretendente in malo modo e riconosce in Olsen un altro non americano come lei. Lui danese, lei francese.
Sono molto poetiche le scene tra loro due mentre si raccontano desideri e traumi del passato, anche se quando lui la porta a casa lei non reagisce benissimo (la reazione è da meme): “Sembra il covo di un bandito, c’è puzza di topo morto, vivi come un cane”. Sono i primi insulti che gli rivolgerà, non gli ultimi: quando lui sceglie di arruolarsi per la guerra gli dice: “Sei così stupido, troppo vecchio per la guerra”. Rifiuta persino di sposarlo: “Non mi serve un premio di consolazione, non mi sposerò mai. Né con te né con nessun altro”. La rappresentazione così libera e ribelle di una donna nel western che considerava le creature femminili come prede è significativa, a maggior ragione perché ideata, scritta, diretta da un uomo. Segno evidente che, come già provato da Horizon di Kevin Costner, c’è davvero una voglia di ripensare e rimmaginare da capo i ruoli, dando alle donne lo spazio e lo spessore che hanno sempre meritato. (Wired)