L’orto americano

Andare vedere L’orto americano di Pupi Avati è un viaggio in un’altra era del cinema, una per molti più confortevole di quella moderna, di certo tradizionale ma soprattutto fondata su un’idea di cosa siano i film molto diversa da quella di oggi e che proprio per questo, vista oggi, fa un effetto strano. La storia del film è una tra inquietudine e emigrazione, una storia ambientata nel passato, dopo la seconda guerra mondiale, che racconta di viaggi dall’Italia all’America come fossero viaggi nello spazio, remoti e difficili, di grandi distanze e piccoli orrori locali. Non stupisce che il protagonista sia l’attore che oggi è quello che più ha la faccia del passato, Filippo Scotti, emerso con È stata la mano di Dio.


L’orto americano di Pupi Avati, perché vederlo
I film di Pupi Avati sono sempre storie di piccole persone in piccole situazioni. Sono il trionfo dell’ordinario, i suoi personaggi anche quando hanno caratteristiche che li renderebbero straordinari, vivono peripezie quotidiane e vite con intrecci che oggi chiamiamo da romanzo e ieri erano da film, cioè gli intrecci classici delle storie e non quelli moderni e più arzigogolati che escono da storie vere, imprevedibili, caotici e sorprendenti. I film di Pupi Avati invece si svolgono come si svolgono i film, hanno l’arco narrativo che ci deve essere e lo sviluppo dei personaggi che è convenzionale che ci sia. Così L’orto americano inizia nella maniera più avatiana possibile: una ragazza straniera entra nel negozio di un barbiere per chiedere delle indicazioni.

Data

Mar 08 - 09 2025
Expired!

Ora

8:00 - 18:00
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